Progetto Sognando Itaca 2016

L’obiettivo è quello di diffondere presso le Ematologie italiane il “Progetto Itaca”, cioè la vela terapia quale metodo terapeutico volto alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità della vita dei malati ematologici. L’iniziativa evoca forti emozioni e suggestioni, complice il mare che accompagna nel viaggio e gli stimoli che esso offre.
Ma l’emozione più profonda è data dall’equipaggio, che insieme vive un’esperienza unica, lontano dai luoghi di cura e in un contesto di assoluta reciprocità. E insieme arriveranno ad Itaca, metafora della vita, non come mèta da raggiungere, ma come viaggio da vivere. Come Ulisse, i pazienti si trovano ad affrontare un mare aperto, sconosciuto e pieno di insidie. Durante il viaggio scoprono, però, nuovi territori, relazioni, nuove solidarietà, vicinanze e risorse.

In questa cornice, la navigazione rappresenta un valido contesto del “qui e ora”, in cui ogni persona ha l’occasione di mettere alla prova se stesso, prendere decisioni, confrontarsi con
problemi da risolvere e con situazioni improvvise ed impreviste; esegue degli ordini, fa delle scelte in rapida sequenza, tutto in vista di un obiettivo comune: arrivare al prossimo porto. In questo modo, la barca a vela smette di essere solo uno sport e diventa un modo diverso per affrontare e superare gli ostacoli. Ideato da un giovane paziente amante della  vela, il “Progetto Itaca” nasce nel 2006 da una collaborazione tra l’Oncologia Medica e l’Ematologia degli Spedali Civili di Brescia, la Sezione AIL di Brescia, la Fraglia Vela di Desenzano ed il Circolo Vela Gargnano. Dal 2009 il progetto ha raggiunto il mare ed è diventato l’iniziativa principale della “Giornata Nazionale contro le Leucemie linfomi e mieloma”, perché interpreta con forza l’attenzione che l’Associazione ha verso il malato ed il suo percorso di sofferenza. Il progetto rappresenta un’occasione di crescita non solo per i pazienti, ma anche per l’equipe curante; in barca infatti emerge il fondamentale bisogno di relazio¬narsi e di confrontarsi con l’altro per farsi aiutare, per non perdere la “rotta”, per raggiungere insieme il porto condividendo, in un clima di complicità, le emozioni e le fatiche del percorso.

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